Birra!
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Ed eccola, infine, la Lindemans Kriek!
3,5% di alcol, è ottenuta con un lambic di un anno e spremuta di amarene.
Schiuma rosata, abbondante; colore rosso piuttosto deciso.
Al naso un forte impatto di amarene; poi lievito e agrumi (limone?).
In bocca prevalgono il dolce e una punta di acido; nuovamente amarene.
Birra gradevole nella calura estiva.
3,5% di alcol, è ottenuta con un lambic di un anno e spremuta di amarene.
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Al naso un forte impatto di amarene; poi lievito e agrumi (limone?).
In bocca prevalgono il dolce e una punta di acido; nuovamente amarene.
Birra gradevole nella calura estiva.
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I pesci non si possono inserire prima di un mese (almeno) senza cambi d'acqua né lavaggi del filtro.
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Noi, un branco di morti di fame che potano con le unghie...
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Ci occupiamo di nuovo del birrificio Lefebvre.
Questa volta ci occupiamo delle Floreffe.
Nel 1983 l'abbazia Floreffe concesse il marchio della birra prodotta all'interno dell'abbazia.
Ricordiamo che la denominazione «birra d'abbazia» è concessa a birre che in qualunque modo siano ricoducibili ad una abbazia cattolica; non significa che sono prodotte all'interno dell'abbazia, né che abbiano mai visto un monaco nella loro vita.
Floreffe Blonde
6,5% di alcol, colore dorato carico e schiuma bianca, abbondante e cremosa.
Aromi di malto, caramello e frutti bianchi.
Al palato caramello, chiusura luppolata.
Abbondante carbonazione, un pò squilibrata...
Floreffe Tripel
8,0 % di alcol.
Colore ambrato chiaro schiuma bianca, abbondante e cremosa.
Lievito, malto e caramello, chiusura amarognola.
Abbondantemente carbonata.
Questa volta ci occupiamo delle Floreffe.
Nel 1983 l'abbazia Floreffe concesse il marchio della birra prodotta all'interno dell'abbazia.
Ricordiamo che la denominazione «birra d'abbazia» è concessa a birre che in qualunque modo siano ricoducibili ad una abbazia cattolica; non significa che sono prodotte all'interno dell'abbazia, né che abbiano mai visto un monaco nella loro vita.
Floreffe Blonde
6,5% di alcol, colore dorato carico e schiuma bianca, abbondante e cremosa.
Aromi di malto, caramello e frutti bianchi.
Al palato caramello, chiusura luppolata.
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Birra!
Poiché continuate ad assillarmi a proposito della birra in Polonia...
... eccovi un aggiornamento.
La situazione continua ad essere piuttosto sconfortante.
Non solo la produzione birraria artigianale è ancora orientata agli USA (tra le craft beer si trovano quasi esclusivamente APA e IPA...), ma è anche esploso il fenomeno crafty: birrifici industriali che si inventano etichette e prodotti che strizzano l'occhio ai consumatori di birre artigianali.
L'unica alternativa che abbia trovato sono le birre di tyniec.
La notizia è che quest'anno mi sono trasformato in un beer hunter!
Mi sono messo a caccia delle «famose» Piwo grodziskie, che costituiscono l'unico stile birrario polacco.
Il nome deriva dalla città nella quale sono prodotte, Grodzisk.
La tradizione vuole che la produzione sia iniziata nel 1301, più di settecento anni fa.
Viene utilizzato grano affumicato con legno di quercia, l'acqua del torrente locale e luppolo polacco; lieviti, dicono, medievali.
A causa dell'effervescenza pronunciata e della schiuma abbondante e cremosa, è chiamata anche Champagne Grodzisk.
Si dice che le famiglie della città la bevano durante la colazione del giorno di Pasqua.
Durante la dittatura sovietica, berla era considerata una punizione...
Nel 1983 il birrificio fu acquistato dalla Lech, e poi dismesso per scarsa produttività; dal 2012 le ricette sono state riacquistate dal birrificio di Grodzisk e dal 2015 è ricominciata la produzione.
Beh, non avete idea della difficoltà di reperimento!
Praticamente non sono distribuite, trovarle è una vera impresa.
Quelle al ribes e al sambuco mi sono sfuggite (ma l'anno prossimo ci riprovo).
Però sono riuscito a trovare quella classica:
3,1% di alcol.
La schiuma è, come abbiamo detto, abbondante, bianca e cremosa; la birra color paglierino.
L'odore è di salumi affumicati, forse di pane; in bocca si ripresenta la salumeria affumicata, un pochino di amaro e una chiusura molto secca. Purtroppo di sente anche della mela verde (un difetto) e un lieve sapore metallico.
Fresca, rinfrescante e molto beverina.
Purtroppo, anche a Grodzisk hanno seguito la moda 'mmerigana e hanno prodotto un'APA e un'IPA.
La APA (American Pale Ale) ha un colore leggermente ambrato, una schiuma meno importante e 5,2% di alcol.
Ritorna l'affumicato, ma ci sono agrumi e frutta.
La IPA profuma di fiori bianchi.

... eccovi un aggiornamento.

La situazione continua ad essere piuttosto sconfortante.
Non solo la produzione birraria artigianale è ancora orientata agli USA (tra le craft beer si trovano quasi esclusivamente APA e IPA...), ma è anche esploso il fenomeno crafty: birrifici industriali che si inventano etichette e prodotti che strizzano l'occhio ai consumatori di birre artigianali.
L'unica alternativa che abbia trovato sono le birre di tyniec.
La notizia è che quest'anno mi sono trasformato in un beer hunter!
Mi sono messo a caccia delle «famose» Piwo grodziskie, che costituiscono l'unico stile birrario polacco.
Il nome deriva dalla città nella quale sono prodotte, Grodzisk.
La tradizione vuole che la produzione sia iniziata nel 1301, più di settecento anni fa.
Viene utilizzato grano affumicato con legno di quercia, l'acqua del torrente locale e luppolo polacco; lieviti, dicono, medievali.
A causa dell'effervescenza pronunciata e della schiuma abbondante e cremosa, è chiamata anche Champagne Grodzisk.
Si dice che le famiglie della città la bevano durante la colazione del giorno di Pasqua.
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Nel 1983 il birrificio fu acquistato dalla Lech, e poi dismesso per scarsa produttività; dal 2012 le ricette sono state riacquistate dal birrificio di Grodzisk e dal 2015 è ricominciata la produzione.
Beh, non avete idea della difficoltà di reperimento!
Praticamente non sono distribuite, trovarle è una vera impresa.
Quelle al ribes e al sambuco mi sono sfuggite (ma l'anno prossimo ci riprovo).
Però sono riuscito a trovare quella classica:
3,1% di alcol.
La schiuma è, come abbiamo detto, abbondante, bianca e cremosa; la birra color paglierino.
L'odore è di salumi affumicati, forse di pane; in bocca si ripresenta la salumeria affumicata, un pochino di amaro e una chiusura molto secca. Purtroppo di sente anche della mela verde (un difetto) e un lieve sapore metallico.
Fresca, rinfrescante e molto beverina.
Purtroppo, anche a Grodzisk hanno seguito la moda 'mmerigana e hanno prodotto un'APA e un'IPA.
La APA (American Pale Ale) ha un colore leggermente ambrato, una schiuma meno importante e 5,2% di alcol.
Ritorna l'affumicato, ma ci sono agrumi e frutta.
La IPA profuma di fiori bianchi.
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Per gentile concessione del Lasa, ecco a voi la Pedavena Dolomiti Rossa!
6,7% di alcol.
Colore ambrato carico, schiuma bianca, scarsa e poco persistente.
All'olfatto parecchio caramello.
In bocca uguale, ma con un pochino di amaro in chiusura.
6,7% di alcol.
Colore ambrato carico, schiuma bianca, scarsa e poco persistente.
All'olfatto parecchio caramello.
In bocca uguale, ma con un pochino di amaro in chiusura.
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Ecco finalmente l'ultima trappista che mi mancava, la settima (o ottava?).
E' prodotta dall'abbazia di Engelszell, in Austria, sul Danubio, abitata attualmente da nove monaci.
Il birrificio, attivo dal 2013, produce tre tipi di birra:
- Gregorius, in onore del primo abate Gregorius Eisvogel (dal 1925 al 1950);
- Benno, in onore di Benno Stumpf, abate dal 1952 al 1966;
- Nivard, in onore di Nivard Volkmer, abate dal 1989 al 1991.
Io ho assaggiato la Benno.
Il livello è alto: una belgian ale da 6,9% di alcol.
Schiuma ocra, abbondante e persistente.
Colore ambrato carico, velata, con del fondo dovuto ai lieviti.
Odore di miele, torta e frutta; in bocca un pochino acida, con una chiusura amara.
E' prodotta dall'abbazia di Engelszell, in Austria, sul Danubio, abitata attualmente da nove monaci.
Il birrificio, attivo dal 2013, produce tre tipi di birra:
- Gregorius, in onore del primo abate Gregorius Eisvogel (dal 1925 al 1950);
- Benno, in onore di Benno Stumpf, abate dal 1952 al 1966;
- Nivard, in onore di Nivard Volkmer, abate dal 1989 al 1991.
Io ho assaggiato la Benno.
Il livello è alto: una belgian ale da 6,9% di alcol.
Schiuma ocra, abbondante e persistente.
Colore ambrato carico, velata, con del fondo dovuto ai lieviti.
Odore di miele, torta e frutta; in bocca un pochino acida, con una chiusura amara.
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All'Iper del Centro, di Arese...
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Ho trovato un gioiellino che entra subito nella top ten...
... la Kapittel Watou abt 10!
E' prodotta dalla Brouwerij Van Eecke di Watou, nel Poperinge (la zona dove viene coltivato il più famoso luppolo belga).
Secondo il produttore, la storia del birrificio risale al 1572; nel 1624 divenne il birrificio del conte di Watou e annesso al castello. Durante la Rivoluzione Francese i conti fuggirono in Inghilterra e il birrai, Van Eecke, rilevò sia il castello che il birrificio.
Durante la Prima Guerra Mondiale le coltivazioni di luppolo vennero completamente distrutte (Watou è vicino a Ypres) e vennero completamente rinnovate dopo il conflitto.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il birrificio comincia a produrre le «birre del capitolo» (het kapittel) ispirandosi alle birre prodotte dalla vicina abbazia di Westvleteren; addirittura, venivano pubblicizzate come «Trappist 't Kapittel»! Quando i trappisti rivendicarono il marchio, la birra di Van Eecke smise di essere «trappista» e restò semplicemente «d'abbazia» (pur non avendo mai avuto alcun contatto con una abbazia).
Nel 1962, con la morte di Albert Van Eecke, il birrificio passò al cognato Leroy, anch'esso birraio.
Veniamo alla nostra tripel che, come vi ho già detto, è di ottima qualità.
10% di alcol, colore ambrato tendente all'arancio, schiuma ocra, compatta e persistente.
Al naso miele, biscotto, zucchero a velo (?) e arancia (candita?).
In bocca è ancora più complessa: di nuovo miele, biscotto e frutta (albicocca? Pesca?).
Chiusura speziata e un pochino alcolica.
... la Kapittel Watou abt 10!
E' prodotta dalla Brouwerij Van Eecke di Watou, nel Poperinge (la zona dove viene coltivato il più famoso luppolo belga).
Secondo il produttore, la storia del birrificio risale al 1572; nel 1624 divenne il birrificio del conte di Watou e annesso al castello. Durante la Rivoluzione Francese i conti fuggirono in Inghilterra e il birrai, Van Eecke, rilevò sia il castello che il birrificio.
Durante la Prima Guerra Mondiale le coltivazioni di luppolo vennero completamente distrutte (Watou è vicino a Ypres) e vennero completamente rinnovate dopo il conflitto.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il birrificio comincia a produrre le «birre del capitolo» (het kapittel) ispirandosi alle birre prodotte dalla vicina abbazia di Westvleteren; addirittura, venivano pubblicizzate come «Trappist 't Kapittel»! Quando i trappisti rivendicarono il marchio, la birra di Van Eecke smise di essere «trappista» e restò semplicemente «d'abbazia» (pur non avendo mai avuto alcun contatto con una abbazia).
Nel 1962, con la morte di Albert Van Eecke, il birrificio passò al cognato Leroy, anch'esso birraio.
Veniamo alla nostra tripel che, come vi ho già detto, è di ottima qualità.
10% di alcol, colore ambrato tendente all'arancio, schiuma ocra, compatta e persistente.
Al naso miele, biscotto, zucchero a velo (?) e arancia (candita?).
In bocca è ancora più complessa: di nuovo miele, biscotto e frutta (albicocca? Pesca?).
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Il birrificio Straffe Hendrik (il potente Hendrik) nasce nel 1981 a Bruges.
Straffe Hendrik Tripel
9% di alcol, schiuma bianca, cremosa e persistente, colore dorato.
Dolce sia al naso che al palato, con fiori bianchi e un tono luppolato nel finale.
Straffe Hendrik Quadrupel
9,3% di alcol, schiuma ocra, abbondante e persistente, cremosa.
Colore marrone.
Decisamente complessa: biscotto, scorze di agrumi, prugne secche, liquirizia, forse ciocccolato.
A mio parere, di ottima qualità.
Straffe Hendrik Tripel
9% di alcol, schiuma bianca, cremosa e persistente, colore dorato.
Dolce sia al naso che al palato, con fiori bianchi e un tono luppolato nel finale.
Straffe Hendrik Quadrupel
9,3% di alcol, schiuma ocra, abbondante e persistente, cremosa.
Colore marrone.
Decisamente complessa: biscotto, scorze di agrumi, prugne secche, liquirizia, forse ciocccolato.
A mio parere, di ottima qualità.
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