Ragnar ha scritto: ↑col movimento di un fiume la CO
2 non viene dispersa nell'atmosfera?????" In linea di massima si, come succede nei nostri acquari, ma questa viene subito reintegrata più di quella espulsa, chiaramente, per questo motivo in alcuni corsi d'acqua possiamo trovare anche grandi concentrazioni di CO
2!
non è reintegrazione con quella atmosferica, è dissoluzione di composti carbonatici.
Vicino alle sorgenti il tasso di CO
2 è spesso più elevato a causa della dissoluzione di carbonati.
Ho due bottiglie d'acqua a tiro:
Valmora 3 mg/l di CO
2 alla sorgente, pH 7,2
San Bernardo 5,8 mg/l di CO
2 alla sorgente, pH 7
dalla rete:
Rocchetta 8.08 mg/l di CO
2 alla sorgente, pH 7.56
Uliveto 820 mg/l di CO
2 alla sorgente, pH 5.8
La differenza abissale tra le prime e le altre due? le prime hanno calcio attorno ai 9 mg/l, la rocchetta 57 mg/l, uliveto 173 mg/l
Le S. Bernardo ha bicarbonati a 28 mg/l (sulla Valmora non è riportato) la Rocchetta li ha a 182 mg/l la uliveto a 570 mg/l.
Per quanto permane quella CO
2 a quei livelli quando l'acqua è uscita dalla sorgente? Dipende dalla sua esposizione all'aria e quindi dal tipo di flusso che ha. Turbolento o calmo? Con il turbolento men giro di 100 m avrà già disperso tutta la CO
2, con il lento? forse qualche km!
Chiediamo al chimico @
lucazio00 che magari ci s dire quanto tempo ci vuole a portare la CO
2 atmosferica in equilibrio con quella presente nelle acque!
inoltre vorrei farvi vedere una dato sul dove il C è stoccato a livello mondiale. Il grafico l'ho usato per la tesi con dati di © GLOBE Carbon Cycle, 2007.
Global Carbon Cycle Modificata.jpg
Guardando questo grafico, secondo voi da dove arriva la CO
2 che c'è nell'acqua dei torrenti e dei fiumi sapendo che lo stoccaggio di carbonio all'interno delle rocce carbonatiche della crosta terrestre è stimata in 100'000'000 petagrammi di C mentre la somma di tutti gli altri stock è di 44'810 petagrammi di C?
Questo vale per i torrenti che non hanno un elevato BOD ne COD, se fossero delle cloache piene di sostanze organiche che si decompongono avremmo un rilascio di CO
2 da parte dell'ossidazione biologica o chimica dei composti organici. Non ho dubbi che dentro il gange ci siano zone con CO
2 elevatissima, ma sono le zone in cui di piante sott'acqua ci se ne vede proprio poche.
Inoltre...
Humboldt ha scritto: ↑Illustrano un piccolo corso d'acqua nel sud del Texas, il Comal river.
già, però si trova qui:
Link di google maps con foto satellitari
...e di certo non è un posto che esclude l`effetto antropico di apporto di CO
2 visto che passa in mezzo ad una città!
Humboldt ha scritto: ↑a causa del movimento delle acqua e al variare della temperatura la concentrazione disponibile per le piante tende a dimezzarsi. Comunque la repens è cosi bella dove trova le concentrazioni maggiori di CO
2.
se si dimezza, allora vuol dire che quello è solo un punto molto limitato in cui magari arriva acqua dagli strati profondi e ricca di CO
2 solo per poco tempo.
nicolatc ha scritto: ↑10 mg/l (che comunque è difficilissimo raggiungere in acquario senza erogazione)
vero, ma 1 km dopo quanta CO
2 rimane in quell'acqua? per quale tratto lo consideriamo una vasca con la CO
2 artificiale e per quale lo consideriamo una vasca senza CO
2?
Inoltre il fatto che la Ludwigia repens cresca sott'acqua bene solo in un punto in cui c'è parecchia CO
2, questo dimostra che non è una pianta acquatica ma una pianta emersa che si adegua alla vita subacquea solo in condizioni molto particolari.
Quindi alla domanda:
Serve usare la CO
2 artificale per fare una bella vasca?
la risposta è sempre: Non è in alcun modo indispensabile!
ed alla domanda:
perché senza la CO
2 artificiale alcune piante non riescono a crescere sott'acqua?
la risposta resta sempre:
Perché quelle piante si adeguano a vivere sott'acqua solo in condizioni molto particolari e spesso solamente per periodi limitati.
quindi ancora:
ha senso usare la CO
2 artificiale per far stare sott'acqua qualcosa che di suo non ci starebbe se non in condizioni estremamente puntiformi e sporadiche?
risposta per parere personale:
No! Per motivi di gestione della CO
2, di semplicità d'uso e di similarità all'ambiente naturale, non ritengo proprio che serva fare una cosa simile.
infine:
nicolatc ha scritto: ↑Del resto, perfino in un litro d'aria (1 dm3) ci sono solo 0.7 mg/l di CO
2, molto meno di quanta ne troviamo in un acquario anche senza erogazione; ma l'enorme diffusività in aria fa tutta la differenza del mondo per le piante!!
la densità dell'aria è di 1,2 kg/mc, ossia 1,2 g/l (in 1 mc ci sono 1000 l)
la CO
2 è lo 0,04% (400 ppm di CO
2 in atmosfera)
quindi 0.04 % di 1,2 g = 0.048 g/l ossia
0,48 mg/l di CO2
@
lucazio00 ho sbagliato qualche conto?
Ma quello che conta non è solo il suo contenuto, quanto il suo rapporto rispetto all'O2.
In atmosfera è più basso questo rapporto O2/CO
2 (quindi vuol dire che la CO
2 è più concentrata, rispetto all'ossigeno, che nell'acqua) e quindi le piante la assorbono con più facilità. Ovvio che se le piante le sigilli dentro una bottiglia la CO
2 finisce in fretta mentre in aria aperta hai un enorme volume di gas da cui puoi recuperarla.
E' più o meno ciò che spinse la Walstad a fare il fotoperiodo spezzato.
Le sue vasche aveva tante piante e pochi eterotrofi, con la conseguenza che la CO
2 non restava stabile. Pertanto per fare in modo che il contenuto di CO
2 non scendesse mai al di sotto di valori troppo bassi, ha introdotto il fotoperiodo spezzato. Utilissimo per risparmiare energia (riduci le ore di luce ed ottieni la medesima fotosintesi) e per evitare di dover apportare la CO
2 artificialmente, lasciando che sia l'equilibrio con l'aria a ristabilire questi livelli.

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