Dubbi morali
Moderatori: Matty03, Fiamma, Duca77
- HCanon
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Vorrei stimolare un confronto, come dire, di tipo morale, sperando di non passare per un vecchio bacchettone.
Già nei primi anni da acquariofilo, ogni tanto mi veniva il dubbio se fosse giusto coltivare il nostro hobby. Poi, dopo qualche anno d'interruzione (una quindicina), son tornato con le "mani a mollo", ma nel frattempo erano molti siti di acquariofilia, fra i quali "Acquariofilia consapevole 3.0". Ecco, predetto sito, ha influenzato notevolmente le mie scelte sugli animali d'allevare.
Giustamente "A.C.3" ricorda che molte specie di pesci vivono diversi anni ed è inutile negare che la tendenza di noi acquariofili è di sperimentare più tipi di animali.
Ma, visto che buona parte di essi vivono diversi anni che ne facciamo?
Li riportiamo al negoziante? Questi li riprende? E se li riprende che ne fà? In ogni caso a chi verranno venduti. Le possibilità che vadono in mani poco accorte è maledettamente alta. Per non parlare del lato affettivo. Faccio vivere un animale con me per qualche anno e poi me ne separò così, per prenderne un'altro? Voi fate così con il vostro cane? Non Credo!
E' vero un pesce non è un cane, non è un gatto, però ...
Io, cercando di mediare i problemi di coscienza con il desiderio di coltivare il nostro hobby, ho, almeno al momento, scelto di allevare pesci di acqua temperata, come pesci rossi o Persico Sole, così che almeno li posso liberare, o in laghetti artificiali, proprio come ho fatto in questi giorni con i miei 5 Carassius, o in bacini naturali. Se riuscirò nuovamente ad allestire un marino senza dubbi sceglierò un Mediteraneo, che inoltre a mio avviso è decisamente più interessante di un tropicale.
Già nei primi anni da acquariofilo, ogni tanto mi veniva il dubbio se fosse giusto coltivare il nostro hobby. Poi, dopo qualche anno d'interruzione (una quindicina), son tornato con le "mani a mollo", ma nel frattempo erano molti siti di acquariofilia, fra i quali "Acquariofilia consapevole 3.0". Ecco, predetto sito, ha influenzato notevolmente le mie scelte sugli animali d'allevare.
Giustamente "A.C.3" ricorda che molte specie di pesci vivono diversi anni ed è inutile negare che la tendenza di noi acquariofili è di sperimentare più tipi di animali.
Ma, visto che buona parte di essi vivono diversi anni che ne facciamo?
Li riportiamo al negoziante? Questi li riprende? E se li riprende che ne fà? In ogni caso a chi verranno venduti. Le possibilità che vadono in mani poco accorte è maledettamente alta. Per non parlare del lato affettivo. Faccio vivere un animale con me per qualche anno e poi me ne separò così, per prenderne un'altro? Voi fate così con il vostro cane? Non Credo!
E' vero un pesce non è un cane, non è un gatto, però ...
Io, cercando di mediare i problemi di coscienza con il desiderio di coltivare il nostro hobby, ho, almeno al momento, scelto di allevare pesci di acqua temperata, come pesci rossi o Persico Sole, così che almeno li posso liberare, o in laghetti artificiali, proprio come ho fatto in questi giorni con i miei 5 Carassius, o in bacini naturali. Se riuscirò nuovamente ad allestire un marino senza dubbi sceglierò un Mediteraneo, che inoltre a mio avviso è decisamente più interessante di un tropicale.
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- Certcertsin (23/05/2019, 21:11)
- tobebarbera
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Condivido in parte ciò che hai scritto. Ma ciò che ho riportato proprio no. Perdonami. È stato uno dei drammi maggiori quello dI liberare animali al di fuori del proprio punto nativo.
Io sono un pescatore e ti posso garantire che il più grande danno fatto nel fiume vicino casa mia e stato quello di liberare pesci non autoctoni che non avendo un antagonista naturale, si moltiplicano a dismisura.
Da piccolo potevamo pescate cavedani, muggini, alborelle, spigole. Oggi si pesca Solo pesci gatto, perché liberati ai fini di fare gare.
In un altro così c'erano anguille, etc. Oggi solo tartarughe da allevamento.
Vi prego, non fate questi errori. Se vi viene a noia un pesce, regalatelo, vendetelo, mangiatelo, ma non lo liberate al di fuori del suo stato di origine.
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- SimoneAst88 (16/05/2019, 9:32) • lauretta (18/05/2019, 1:17)
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Sono d'accordo con te, infatti ho liberato i miei pesci rossi nel bacino artificiale di Viridea, popolato da altri Caracassi, Koi e tartarughe appunto.
La mia citazione sui bacini naturali, effettivamente non ero stato chiaro, si riferisce ai Persico sole, ma sapendo che non sono autoctoni, solo in acque ove già dimorano.
La mia citazione sui bacini naturali, effettivamente non ero stato chiaro, si riferisce ai Persico sole, ma sapendo che non sono autoctoni, solo in acque ove già dimorano.
- lauretta
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Personalmente non so che dire, io tendo a fare l'opposto.
Ho preso più pesci che altri non volevano tenere, di quanti ne abbia presi in negozio

Una delle mie vasche per esempio ospita dei barbus shuberti arrivati da un acquario non mio in dismissione. All'inizio mi stavano pure un po' antipatici perché mi mangiavano tutte le lumache, ma nel tempo ho imparato molto sui loro comportamenti sociali nel banco, e mi ci sono affezionata molto! :x
Hanno pure figliato un sacco manco fossero poecilidi, sono raddoppiati di numero

Ci vuole tempo per poter apprendere, e l'osservazione dei comportamenti è l'aspetto che più mi affascina nell'acquariologia

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i pignoli salveranno il mondo!! ... in ritardo ... 

- HCanon
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Vedi lauretta sono convinto che tu come altri acquariofili interpretiate al meglio il nostro hobby, ma quanti fanno così? Mi basta stazionare qualche minuto in un negozio e vedere gli avventori medi o gli animali messi in vendita per constatare quanto debba essere alto il numero di animali destinati a morte prematura.
Certo non voglio smettere di fare l'acquariofilo, ma mi sento in dovere di pormi il dubbio e cercare di fare, nel mio piccolo, tutto il possibile per arginare i "consumatori" di animali. Ad esempio, nelle pagine di questo forum, per quanto io sia solo un novello adepto, quando leggo di utenti che sovraffollano le loro vasche o c'infilano animali non adatti una battutina cerco di farla.
Ecco, forse, premettendo che la mia recente adesione a queste pagine non mi permetta di avere una visione d'insieme compiuta, ho l'impressione che a volte si lasci correre su certi atteggiamenti un po' superficiali.
- lauretta
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Aspetta, forse mi sono spiegata male! Non volevo dire che il mio modo di vivere l'acquariofilia è quello "giusto" e altri sono sbagliati, eh!

Sono comunque d'accordo con te che a volte si incontrano certi atteggiamenti molto disinvolti sul "maneggio" di quelli che vengono intesi non come esseri viventi ma più come oggetti d'arredamento...
La cattiva informazione che anche molti negozianti contribuiscono a diffondere poi non aiuta affatto.
Ma...
posso dirti che a volte paga di più un ascolto dell'utente senza pregiudizi, a cui poi far seguire qualche spiegazione mirata, piuttosto che una "ramanzina" al primo post, perchè se l'utente si scoccia poi sparisce e non lo senti più, e ti sei giocato tutte le possibilità di far comprendere bene la situazione.
Però c'è una cosa importante che bisogna dire, prima di tutto: nel terzo millennio, con la pluralità di fonti d'informazione che si possono trovare in pochi minuti, il più delle volte chi non ha avuto voglia di informarsi per capire davvero di cosa necessitano i suoi pesci, non lo farà neanche se gli metti tutte le informazioni sotto al naso...

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- HCanon
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No, infatti è una mia affermazione. Quando dici che spesso ospiti pesci non voluti da altri a mio avviso hai l'atteggiamento giusto di chi si dedica a un'attività con esseri viventi. Come penso anche che è giusto l'atteggiamento di chi prende i cani dal canile (non che condanno necessariamente chi li compra).
E' vero, sono atteggiamenti pieni zeppi di moralismo, ma a mio avviso dovuti.
In effetti hai ragione, non è facile fare una corretta divulgazione.
Non sono così convinto che sia così facile trovare informazioni corrette, la rete spesso è una bella trappola. Poi rimanendo nello specifico dell'acquariofilia, almeno per quel che riguarda i siti in lingua italiana la situazione non è tanto brillante. L'impressione è che molti siti siano "agonizzanti", anche "Acquariofilia consapevole 3.0", che io trovo molto valido (moralista con sito moralista

- Gioele
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Io ho scoperto il forum passando a ac3, è vero molti comprano pesci senza prima informarsi e finiscono per ucciderli o riportarli in negozio o simili. Io stesso ho fatto l'errore di non informarmi, soprattutto da bambino basta guardare la mia vasca col pesce rosso insomma. Credo che il problema principale sia l'informazione ma avere informazioni corrette è davvero difficile, pure ac3 sbaglia a volte, e a molti questo hobby viene presentato come più facile di quello che è. Io vedo però un miglioramento negli ultimi anni e sono, forse ingenuamente, fiducioso che la situazione possa migliorare a colpi di forum e siti di informazione. Ultima parentesi da aprire riguarda i negozianti. Ne avete mai visto uno che propone un monospecifico? O che limita la scelta di pesci in base alle dimensioni o al Layout della vasca? Vogliono guadagnarci, la gente si sente ignorate e si fida (non faccio di tutta l'erba un fascio conosco alcuni venditori informati e onesti, ma diciamolo non sono la maggioranza) ci sarà sempre qualcuno che si informa solo al negozio e ci saranno sempre negozianti disposti a vendere un pesce in più del necessario, ma credo che questa tendenza diminuirà.
Comunque sì, non è certo un hobby che è facile conciliare con l'ecologia ed il benessere animale, qui però ci si prova e a mio avviso alcuni utenti ci riescono.
Comunque sì, non è certo un hobby che è facile conciliare con l'ecologia ed il benessere animale, qui però ci si prova e a mio avviso alcuni utenti ci riescono.
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- Pisu
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Condivido in pieno tutto, la penso esattamente come voi...adesso...ma
Certo, forse le cose sono cambiate molto da quando ho iniziato io, non c'era internet.
Io stesso però ho cominciato così, preso dalla frenesia di questa nuova avventura...che sia una tappa quasi obbligata?
Purtroppo la regola, spesso, è: prima prendo l'acquario, lo popolo, mi appassiono e pian piano mi informo sempre di più fino poi a scoprire tutti i miei errori.
La speranza è che con tutta l'informazione che c'è ora questa "tappa" duri sempre meno tempo.
C'è anche da dire che i negozianti se non fanno così non stanno in piedi facilmente.
Non è una giustificazione, ma il mercato ha leggi severe.
Siamo sicuri che non ci siamo passati pure noi?ecannoni ha scritto: ↑Vedi lauretta sono convinto che tu come altri acquariofili interpretiate al meglio il nostro hobby, ma quanti fanno così? Mi basta stazionare qualche minuto in un negozio e vedere gli avventori medi o gli animali messi in vendita per constatare quanto debba essere alto il numero di animali destinati a morte prematura.
Certo, forse le cose sono cambiate molto da quando ho iniziato io, non c'era internet.
Io stesso però ho cominciato così, preso dalla frenesia di questa nuova avventura...che sia una tappa quasi obbligata?
Purtroppo la regola, spesso, è: prima prendo l'acquario, lo popolo, mi appassiono e pian piano mi informo sempre di più fino poi a scoprire tutti i miei errori.
La speranza è che con tutta l'informazione che c'è ora questa "tappa" duri sempre meno tempo.
C'è anche da dire che i negozianti se non fanno così non stanno in piedi facilmente.
Non è una giustificazione, ma il mercato ha leggi severe.
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Ciò che pensiamo di sapere ci impedisce di imparare


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Io ho intrapreso l'hobby dell'acquariofilia circa 2 anni fa e posso dire che prima di iniziare a ottenere dei "buoni risultati" ho commesso tantissimi errori ,sicuramente ne sto ancora commettendo e con tutta probabilità ne farò molti altri.
Purtroppo è impensabile che una persona avvii un primo acquario dopo che abbia imparato tutto lo scibile in materia ,proprio perchè tanti problemi non sai nemmeno che esistano se prima non li "sperimenti" e perciò e anche difficile andarsi a documentare.
Secondo me è evidente, e su questo spesso mi scontro con amici che hanno altri animali da compagnia, che curarsi di pesci è immensamente più difficile che curarsi di qualunque altra specie; per carità un cane devi portarlo a fare i bisogni due volte al giorno ,magari ti impegna di più ma sicuramente non richiede l'impegno intellettivo di un acquario.
Questo avviene perchè per la maggior parte delle altre specie ci si reca dal veterinario qualunque sia il problema , noi acquariofili invece possiamo recarci dal negoziante o cercare tra le molte fonti di soluzioni su internet (che spesso ,per non dire quasi sempre,sono anche discordanti) e questo dà come risultato una grande confusione.
Io ho la fortuna di aver trovato un negozio di acquari che è diciamo un "megastore" , in cui chi ci lavora è un impiegato e non un socio o proprietario e che perciò non ha nessun interesse a vendermi cose inutili e anzi il più delle volte che vado con l'intenzione di acquistare qualcosa alla fine mi dissuade.
Ma mettendosi nei loro panni, è pensabile secondo voi che spieghino alle centinaia di clienti che vengono lì ogni giorno tutta la teoria che si nasconde dietro l'acquariologia?
Purtroppo no , i clienti fuggirebbero , il negozio fallirebbe e nessuno avrebbe modo di avvicinarsi a questa passione anche se ha intenzioni serie.
Una cosa però la voglio dire, non esiste famiglia di animali più bistrattata dalla società come i nostri amati pesci, se parli di cani ,gatti, uccellini sono tutti pronti alle crociate e persino un bambino sa che non può trattarli come giocattolo , per quanto riguarda i pesci invece sembra ci sia la libertà di usarli come cavie.
La sfida è trovare il modo per permettere ai negozi di sostenersi economicamente senza condannare la maggior parte degli esemplari che vende, ciò è possibile? se si e come, non ho l'esperienza per dirlo ;sarebbe interessante che chi ne ha si esprima in merito,e cioè che oltre a condannare la situazione proponga soluzioni sostenibili per il problema.
Purtroppo è impensabile che una persona avvii un primo acquario dopo che abbia imparato tutto lo scibile in materia ,proprio perchè tanti problemi non sai nemmeno che esistano se prima non li "sperimenti" e perciò e anche difficile andarsi a documentare.
Secondo me è evidente, e su questo spesso mi scontro con amici che hanno altri animali da compagnia, che curarsi di pesci è immensamente più difficile che curarsi di qualunque altra specie; per carità un cane devi portarlo a fare i bisogni due volte al giorno ,magari ti impegna di più ma sicuramente non richiede l'impegno intellettivo di un acquario.
Questo avviene perchè per la maggior parte delle altre specie ci si reca dal veterinario qualunque sia il problema , noi acquariofili invece possiamo recarci dal negoziante o cercare tra le molte fonti di soluzioni su internet (che spesso ,per non dire quasi sempre,sono anche discordanti) e questo dà come risultato una grande confusione.
Io ho la fortuna di aver trovato un negozio di acquari che è diciamo un "megastore" , in cui chi ci lavora è un impiegato e non un socio o proprietario e che perciò non ha nessun interesse a vendermi cose inutili e anzi il più delle volte che vado con l'intenzione di acquistare qualcosa alla fine mi dissuade.
Ma mettendosi nei loro panni, è pensabile secondo voi che spieghino alle centinaia di clienti che vengono lì ogni giorno tutta la teoria che si nasconde dietro l'acquariologia?
Purtroppo no , i clienti fuggirebbero , il negozio fallirebbe e nessuno avrebbe modo di avvicinarsi a questa passione anche se ha intenzioni serie.
Una cosa però la voglio dire, non esiste famiglia di animali più bistrattata dalla società come i nostri amati pesci, se parli di cani ,gatti, uccellini sono tutti pronti alle crociate e persino un bambino sa che non può trattarli come giocattolo , per quanto riguarda i pesci invece sembra ci sia la libertà di usarli come cavie.
La sfida è trovare il modo per permettere ai negozi di sostenersi economicamente senza condannare la maggior parte degli esemplari che vende, ciò è possibile? se si e come, non ho l'esperienza per dirlo ;sarebbe interessante che chi ne ha si esprima in merito,e cioè che oltre a condannare la situazione proponga soluzioni sostenibili per il problema.
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