Ti credo sulla parola. Io non avevo nemmeno perso in considerazione la materia organica.
GiovAcquaPazza ha scritto: ↑per questo nel calcolo 6:1 mi baso solo sul Carbonio inorganico immediatamente disponibile per le piante
Ma in quel rapporto C:N rilevato da Redfield anche nell'acqua di mare (che poi è 8.36:1), nel carbonio inorganico include certamente anche il carbonio presente nei bicarbonati e nei carbonati.
Volevo solo dirti questo.
In
questo documento, ad esempio, quando si parla di "C" si considera sempre la TCO2 (Total CO
2), che comprende CO
2, acido carbonico, bicarbonati e carbonati. Che poi questa ultima parte (predominante) non sia una tipica fonte di alimentazione delle piante d'acqua dolce, concordo, ma non significa che il rapporto indicato da Redfield non la consideri.
Redfield ha solo notato che la composizione del fitoplancton aveva un rapporto C:N:P simile a quello dell'acqua di mare, perché probabilmente dalla lenta decomposizione del fitoplancton deriva la composizione dell'acqua di mare che l'uomo si è ritrovato.
Tra l'altro, in acqua dolce le nostre piante crescono quasi tutte emerse, per cui il carbonio lo prendono quindi principalmente dall'aria. Noi andiamo a erogare CO
2 per mantenere magari 30 mg/l, per spingere la crescita quando sono totalmente immerse.
La variabilità in acqua dolce è enorme (molto più del mare), influenzata maggiormente da fattori esterni. Il DIC in acqua di mare è mediamente 2.0-2.4 mmol/l, mentre in acqua dolce varia tra 0,02 e 10 mmol/l. Quindi, come possiamo pensare in acqua dolce ad un rapporto utile tra C ed N ?
E la stessa composizione della pistia, indicata in articolo, mostra un rapporto C:N (non ho capito se in moli o in massa) enormemente variabile, da 4:1 fino a 54:1