Fiamma ha scritto: ↑19/01/2024, 0:34
Mi avevi girato quello sull'anossia che avevo inizi
fa nulla, in se mi interessava piú l'articolo
Comunque l'ho trovato
fish-kills (1).pdf
Nella seconda pagina, non ci sono libere interpretazioni
Dice chiaramente che i temporali ammazzano i pesci
HCanon ha scritto: ↑19/01/2024, 0:40
Siamo al limite di eventi climatici catastrofici
Siamo nel tipico cambio stagionale delle aree tropicali
Non ci sono mezze stagioni ai tropici
Peró non perdere il focus della questione
HCanon ha scritto: ↑19/01/2024, 0:40
Io faccio cambi settimanali di circa il 5%
probabilmente nella mia vasca aperta settimanalmente rabbocco piú acqua
Di base la questione del topic era questa
favero ha scritto: ↑17/01/2024, 14:08
Ricordiamo che fare paragoni con laghi o altri ambienti stagnanti non ha alcun fondamento scentifico in quanto attraverso fenomeni atmosferici i cambi di acqua avvengono e per di piú stiamo parlando di milioni di litri di acqua
favero ha scritto: ↑17/01/2024, 14:08
buona norma è farne almeno uno a settimana di una percentuale adeguata alla gestione dell'Acquario, In genere si parla di un 20 - 35%.
Gli studi messi a supporto di questa tesi, parlano di tutt'altro, anzi, uno addirittura dice che i pesci dell'aumento della carica microbica se me sbattono...

Comunque cosa abbastanza ovvia
Come é sbagliato il concetto che i cambi abbassano la carica microbica, o meglio, nol breve tempo, sulla "carta" in tal senso (per ammissione di chi ha scritto quella boiata di articolo) i batteri essendo su substrato, supporti ecc, in tal caso, il cambio di acqua per loro sarebbe un aumento di risorse, non il contrario
...come é ovvio che se sifoni o no, cambi l'acqua o no, (x) batterio si trasformi in un batterio patogeno dal nulla, va un pó contro la logica dell'evoluzione, e basta chiedere a qualsiasi medico, la massima conta batterica, non é legata alla contagiosità dell'ospite, un batterio può avere il massimo exploit a 28° (per dire), ma diventare altamente patogeno a temperature molto inferiori, che abbassano le difese immunitarie dei pesci, le nostre o quello che sia
Non ho ritrovato piú un articolo che pubblicó un nostro connazionale, Valerio Zupo, l'ho amico su Facebook, che per chi non lo conosce, é il Dio della scienza applicata all'acquariofilia, nonché il miglior autore di libri su lo scalare a livello mondiale, basta googlare il nome per capire che non é che sia un ittiologo da laghetto sportivo per dire...
che paragonò la gestione di un acquario al paradosso di Zenone
Ho "rubato" una sintesi sul sito di "Mondodiscus", non trovando piú l'originale sul WEB
Achille correrà ancora verso la tartaruga, percorrendo rapidamente lo spazio che ancora lo separa da questa. Ma ancora una volta il rettile si sarà spostato, lentamente, di quel tanto che basta da non essere raggiunto ancora., e la cosa si potrebbe ripetere all’infinito… in definitiva Zenone si chiede:*Achille riuscirà mai a raggiungere la tartaruga?
Tornando ai nostri acquari, mi direte: cosa c’entra, noi alleviamo pesci, coralli, invertebrati…non tartarughe! Bhe in effetti la tesi del Dott. Zupo ricorda da vicino il paradosso di Zenone:*prendiamo ad esempio una vasca appena maturata*nella quale inseriamo per la prima volta i nostri ospiti. Poniamo, in questo momento, di non avere in vasca alcuna scoria tossica (per semplificare il discorso chiameremo “scoria” ogni possibile sostanza nociva: nitrati, nitriti e qualunque altro composto possa accumularsi nell’acqua dell’acquario).Poniamo quindi di effettuare il primo cambio dopo un mese: il quantitativo totale delle scorie è arrivato a 100 gr, e noi provvediamo a cambiare il 20% dell’acqua. A questo punto avremo in vasca 80 gr di scorie, non 0 come nella situazione di partenza. Passato un altro mese, la vasca avrà prodotto altri 100 gr di scorie, così al momento del cambio ne avremo in vasca 180 gr, che dopo il cambio si ridurranno a 144 gr. Al terzo mese dall’avvio della vasca le scorie saranno arrivate a 244 gr e così via mese dopo mese. Insomma*nonostante i cambi, le scorie continuano ad accumularsi. La curva disegnata da questo andamento raggiunge ad un certo punto un*plateau, dopo di che i cambi non portano più alcun beneficio apprezzabile.
In definitiva, quindi, i cambi, nella gestione a lungo termine della vasca, non servirebbero a nulla, e una vasca ben equilibrata con un filtro adeguato provvederebbe da sola a mantenere i giusti valori costanti nel tempo.

Peró mi sa che con @
HCanon sta discussione già l'abbiamo fatta

Ho un senso di déja vu
Fatto stà, che é un osservazione di un vero luminare dell'acquariofilia, non di un Pinko pallino qualunque
malu ha scritto: ↑18/01/2024, 22:04
cambi drastici corrispondono spesso a grossi problemi......lui ha giustamente citato le fonti, ma ci si può
...uso come assist il tuo commento
Cito da
acquari naturali che aggiungono lo studio di approfondimento
𝐏𝐞𝐬𝐜𝐢 𝐞 𝐬𝐛𝐚𝐥𝐳𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚
Si dice sempre di evitare sbalzi di valori dell'acqua e che anche piccole variazioni possono portare a 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐬𝐬 agli ospiti delle nostre vasche,
Ma è vero?
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐬𝐜𝐢 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐨𝐜𝐚 𝐞𝐝 𝐞̀ 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐞𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐬𝐬 𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢 𝐚𝐝 𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢.
Uno degli elementi stressanti per eccellenza è lo sbalzo di valori dell'acqua, principalmente del pH.
Variazioni repentine possono portare a gravi disturbi di regolazione osmotica ed a danneggiare gli organi più esposti, come le branchie.
In un modo o nell'altro ogni pesce ha modo di adattarsi ad un determinato range di valori dell'acqua, modificando la struttura delle branchie, lo spessore del muco che le protegge e alcune delle reazioni che avvengono al loro interno.
Ad esempio in pesci come il famoso 𝑻𝒓𝒊𝒄𝒉𝒐𝒈𝒂𝒔𝒕𝒆𝒓 𝒍𝒂𝒍𝒊𝒖𝒔 (l'ex 𝐶𝑜𝑙𝑖𝑠𝑎 𝑙𝑎𝑙𝑖𝑎) una delle risposte all'esposizione a pH bassi, anche solo per pochi giorni, è quella della r𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐚𝐦𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐜𝐡𝐢𝐚𝐥𝐢, riducendo la funzionalità delle branchie stesse e aumentando l'uso del labirinto (l'organo adibito alla respirazione di ossigeno atmosferico proprio degli Anabantoidei).
Va da se che queste 𝐦𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 e questo è il motivo per cui cambiamenti rapidi, anche nel range di tolleranze delle specie, possono risultare fatali ai pesci nei nostri acquari. Anche variazioni continue di piccola entità, allo stesso modo, possono stressare i pesci che non riescono a mettere in atto le loro proprie risposte e a trovare un equilibrio con il loro ambiente.
Per saperne di più:
https://www.sciencedirect.com/science/a ... n-snippets
malu ha scritto: ↑18/01/2024, 22:04
Per dovere di cronaca, citerei gli eurialini.....fra i pochi che hanno un corredo genetico "studiato" per i forti e improvvisi cambiamenti.
Assolutamente