Essendo le Cagnette una specie a rischio e probabilmente non più presenti in Piemonte, mi è venuto il pallino ( anche suggerito da @
cqrflf) della reintroduzione.
Però non volendo agire di frodo, e non perché sia particolarmente ligio al rispetto delle leggi, come sa @
Claudio80 
, ma perché la reintroduzione di animali selvatici in natura e decisamente complicata ed è cagione di danni.
Allora mi sono deciso a passare per le vie istituzionali e così ho iniziato contattando un ricercatore del Museo di scienze naturali di Torino, il quale, come già sapevo, non seguiva la problematica, ma mi ha dato un primo aggancio con l'assessorato alla biodiversità della Regione Piemonte, che ovviamente non si interessava del ramo ittico
Riprendo fiato ...
Ma finalmente al terzo contatto, la specialista in ittiologia della biodiversità abbiamo iniziato a capirci.
Non conosceva la specie, infatti aveva fin il dubbio che fosse un pesce autoctono del Piemonte, però mentre parlava come me si è documentata e non solo ha visto che le Cagnette sono anche piemontesi, ma dai suoi dati risultava ancora presente sul territorio regionale e neanche tanto a rischio.
Le ho fatto presente che l'IUCN anche se come categoria DD la classifica a rischio e non segnala siti in Piemonte dove sia presente e addirittura una pubblicazione del Ministero dell'interno, "Psesci delle acque interne d'Italia", nella rappresentazione cartografica non la inserisce nel territorio piemontese.
Cmq mi ha lasciato la sua mail per rappresentarle le mie considerazioni e lei si sarebbe informata se era una cosa perseguibile dal punto di vista naturalistico, e in caso di esito positivo ci saremmo avviati per l'impervia via delle autorizzazioni burocratiche
