La decalcificazione biogena avviene con piante calcifile (amanti di acque ricche di calcio) come
Egeria,
Najas e
Vallisneria, ma anche
Potamogeton e
Ceratophyllum...si tratta dell'estrazione di una molecola di acido carbonico (H
2CO
3) a partire da una molecola di bicarbonato di calcio ( Ca(HCO
3)
2 )...avviene in presenza di forte illuminazione, scarsità di CO
2 disciolta e acqua ricca di bicarbonati e calcio...
La reazione è la seguente:
Ca(HCO
3)
2 +
luce => CaCO
3(s) + H
2O + CO
2(g),
la CO
2 estratta, entra nel processo della fotosintesi, tuttavia è un processo aggiuntivo che richiede energia extra per la pianta, sottoforma di una forte illuminazione.
Tuttavia c'è un grosso rovescio della medaglia: il pH può arrivare anche a 9, dato che non viene tamponato efficacemente dalla CO
2 disciolta in acqua...
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in questo caso l'indice di saturazione di Langelier è positivo, quindi l'acqua risulta incrostante, mentre quando c'è un'ottimale fornitura di CO2, nel 99,9% dei casi tale indice è negativo, ovvero l'acqua risulta aggressiva o corrosiva nei confronti delle incrostazioni calcaree
, è questo pH insolitamente alto ostacola l'assorbimento della maggioranza degli altri elementi chimici necessari alla crescita (compreso il fosforo)...
Un'adeguata presenza di animali scongiura questa estremizzazione del pH su valori molto alti, grazie alla produzione di CO
2 da parte loro, ma anche da una maggiore attività batterica correlata dalla loro alimentazione!