Confronto sui metodi di gestione. Si può? Pare di no!
Inviato: 23/07/2017, 22:11
Mi intrometto dopo 43 pagine...
Quando si discute di acquari naturali e acquari artificiali quasi sempre sfugge il concetto di base e, quasi magicamente, ci si ritrova con quaranta pagine di disquisizioni, pur interessanti, ma fine a se stesse e staccate da quella che poi è la vita del pesce: continuerà a fare "pop pop" con la bocca anche quando avrete modificato la vostra visione dell'acquario, etichettati gli appassionati e filosofeggiato sulla naturalezza di un aggeggio o di un tipo di manutezione.
Ho l'impressione che chi è, per semplice indirizzo di studi /professionale, a completo digiuno da nozioni e concetti di biologia possa essere plagiato negativamente dalla cultura acquarioFILA. Riempie la testa di informazioni pur vere ma proposte con un peso sbagliato: si evidenziano dettagli che quasi sempre si rivelano determinanti solo nell'umore dell'acquariofilo (per esempio i decimi di pH) e si sottovalutano gli aspetti realmente essenziali per un allevamento oggettivamente corretto.
A mio parere (ed i fatti per ora mi han sempre dato ragione... attendo smentite) va considerato l'obiettivo e non il mezzo con cui lo si raggiunge. Dopo, ma non per importanza, vanno valutate le esigenze reali, concrete, indiscutibili, primarie. Quelle che osservo io sono: acqua vivibile*, dieta valida, spazio vitale non limitante.
1) Non misuro i valori ossessivamente ma mi limito a portarli sommariamente nella fascia di quelli dove tal ceppo di tal specie è stato tenuto nelle ultime generazioni. In certi casi li modifico volontariamente per spingere la selezione naturale sulla popolazione in mio possesso.
2) I prodotti commerciali ormai sono oltremodo completi ma siccome sono per me ormai troppo specializzati e industriali e non forniscono reali indicazioni sul valore biogico dei componenti, quindi l'assimilabilità, preferisco prepare il mangime secco artigianalmente conoscendo esattamente cosa fornisco e quindi sapendomi regolare nell'alternanza con il cibo vivo, il surgelato e i vegetali.
3) Altre infinite discussioni sui pesci e come tenerli girano attorno allo spazio corretto. Siccome vedo che dopo mezzo secolo di acquariofilia e almeno 20 anni di hobby diffuso e intenso nessuno è arrivato ad una conclusione acquariofila oggettiva anche sul piano scientifico... Mi limito a valutare la biologia/ecologia terra-terra delle specie in questione e i riscontri nel modo personale di tenerla, senza perdere nemmeno un attimo a discutere sul centimetro più o meno di lato corto o sul peso specifico del fondale.
Tutto questo dilungarmi per dire semplicemente che, nella mia doxa, le guerre virtuali tra metodi di gestione sono puramente una perdita di tempo poichè dubito siano mai state costruttive, o, nel caso lo fossero state, sicuramente molto meno che l'equivalente tempo libero a fare ricerche casuali sul web.
Quando si discute di acquari naturali e acquari artificiali quasi sempre sfugge il concetto di base e, quasi magicamente, ci si ritrova con quaranta pagine di disquisizioni, pur interessanti, ma fine a se stesse e staccate da quella che poi è la vita del pesce: continuerà a fare "pop pop" con la bocca anche quando avrete modificato la vostra visione dell'acquario, etichettati gli appassionati e filosofeggiato sulla naturalezza di un aggeggio o di un tipo di manutezione.
Ho l'impressione che chi è, per semplice indirizzo di studi /professionale, a completo digiuno da nozioni e concetti di biologia possa essere plagiato negativamente dalla cultura acquarioFILA. Riempie la testa di informazioni pur vere ma proposte con un peso sbagliato: si evidenziano dettagli che quasi sempre si rivelano determinanti solo nell'umore dell'acquariofilo (per esempio i decimi di pH) e si sottovalutano gli aspetti realmente essenziali per un allevamento oggettivamente corretto.
A mio parere (ed i fatti per ora mi han sempre dato ragione... attendo smentite) va considerato l'obiettivo e non il mezzo con cui lo si raggiunge. Dopo, ma non per importanza, vanno valutate le esigenze reali, concrete, indiscutibili, primarie. Quelle che osservo io sono: acqua vivibile*, dieta valida, spazio vitale non limitante.
1) Non misuro i valori ossessivamente ma mi limito a portarli sommariamente nella fascia di quelli dove tal ceppo di tal specie è stato tenuto nelle ultime generazioni. In certi casi li modifico volontariamente per spingere la selezione naturale sulla popolazione in mio possesso.
2) I prodotti commerciali ormai sono oltremodo completi ma siccome sono per me ormai troppo specializzati e industriali e non forniscono reali indicazioni sul valore biogico dei componenti, quindi l'assimilabilità, preferisco prepare il mangime secco artigianalmente conoscendo esattamente cosa fornisco e quindi sapendomi regolare nell'alternanza con il cibo vivo, il surgelato e i vegetali.
3) Altre infinite discussioni sui pesci e come tenerli girano attorno allo spazio corretto. Siccome vedo che dopo mezzo secolo di acquariofilia e almeno 20 anni di hobby diffuso e intenso nessuno è arrivato ad una conclusione acquariofila oggettiva anche sul piano scientifico... Mi limito a valutare la biologia/ecologia terra-terra delle specie in questione e i riscontri nel modo personale di tenerla, senza perdere nemmeno un attimo a discutere sul centimetro più o meno di lato corto o sul peso specifico del fondale.
Tutto questo dilungarmi per dire semplicemente che, nella mia doxa, le guerre virtuali tra metodi di gestione sono puramente una perdita di tempo poichè dubito siano mai state costruttive, o, nel caso lo fossero state, sicuramente molto meno che l'equivalente tempo libero a fare ricerche casuali sul web.