In realtà, quando il pH è troppo alto, sarebbe meglio dire che il ferro chelato EDTA va somministrato più frequentemente in dosi inferiori (proprio alla stregua del ferro gluconato, ma naturalmente con più tranquillità perché l'EDTA è comunque più resistente).
Che appunto in dose minima (pena "arrossamento") e frequente contiene un chelante molto più resistente a qualunque pH e una parte completamente libera che è sempre ben accetta dalle piante!
Evidentemente, per il ferro libero quando uno ione ferro sbatte sulla pianta, viene immediatamente assorbito.
Invece, per il ferro chelato che gira in vasca, la pianta attende le piccole parti che di tanto in tanto si liberano naturalmente, e quindi equivale ad una somministrazione lenta e frequente, ma non la facciamo noi, è naturale! Ovviamente è necessaria una certa quantità in circolazione, sufficiente a determinare per un tempo prolungato un apporto sufficiente al fabbisogno delle piante.

Inoltre, alcune molecole di ferro chelato che "sbattono" sulla pianta possono anche essere bloccate, il ferro estratto dal chelante ed assorbito, con dispendio di energia proporzionale alla forza del chelante. Anche in questo caso, però, ci deve essere una certa quantità in circolo perché magari ogni 10 molecole solo una viene bloccata ed assorbita dalla pianta (estraendo il ferro dal chelante).