Elisabeth ha scritto: ↑Ma è così sicuro che questi pesci, pur vivendo in natura con certi valori, non si siano ormai abituati a valori ben diversi a causa della loro riproduzione in cattività?
Questo è un discorso ampio dove bisogna mettere da parte la faziosità ma pure i deliri animalari...
Non si può assolutamente negare che dopo svariate generazioni in cattività una popolazione si adegui all'ambiente in cui vive. E' fissismo, una stupidaggine.
L'evoluzione avviene anche nelle nostre vasche e non impiega secoli. Ne abbiamo la prova in natura: animali esotici abituati a climi miti, rilasciati in Italia hanno in pochi anni invaso la penisola. Un acquariofilo purista per coerenza dovrebbe andare ad accendere un riscaldatore alle tilapie che svernano nei fiumi del nord e ad a cambiare l'acqua nei fossi vomitevoli infestati da gamberi. Io non li ho visti ancora fare così.
L'altra faccia della medaglia è che questo processo implica delle perdite dei singoli, ma bada bene, NON della popolazione. In natura non interessa a nessuno (tra virgolette) se mille neon muoiono. Sono i duecento rimasti su cui affidare le speranze. In cattività invece quei 1500-2000 euro di neon morti pesano di più.
Lentamente, più per alcune specie e meno per altre, se si continua a tenere in acqua a valori medi le popolazioni in cattività di adatteranno.
Un neon catturato non nel rio Solimoes che è un pochino neutro ma in altri corsi d'acqua acidi dell'Amazzonia se lo inserisci in un acquario a pH neutro e durezze medio alte quasi sicuramente schiatta. Se invece vi introduci una coppia di neon presi da allevamento probabilmente figliano. Parlo per esperienza diretta, nella mia acqua di rubinetto i neon donati gentilamente da un utente del forum (di cui non ricordo il nick ahimè) si riprodussero senza grandi problemi nè stimolazioni particolari. In una banale vasca 60x40 cm, fondo lapillo, un poco di flusso.
Il problema è che un animale di acqua normalmente acide e tenere potrebbe dover spendere maggiori energe per osmoregolarsi, ovvero mantere i giusti sali e acqua nelle proprie cellule. In più deve difendersi da parassiti e batteri che forse in origine non conosceva dato l'ambiente specifico.
Ci sono due vie da seguire:
1) tenere gli animali in condizioni pari all'ambiente di provenienza (per specie da poco allevate credo si possa prendere come riferimento la natura)
2) tenere gli animali in condizioni accettabili, consapevoli che le generazioni future saranno meglio adatte degli esemplari attuali.
Da notare che sono due scelte fattibili per animali a veloce ritmo riproduttivo: poecilidi, alcuni ciprinidi, alcuni caracidi... Meno per animali delicati in partenza e meno prolifici. E' una decisione da valutare bene. Se ha senso soprattutto.