Cito l'articolo:
Veniamo all'errore.Analizziamo i vari stadi seguendo il flusso dell’acqua.
1. Nel primo stadio troviamo un filtro a membrana con dei fori della grandezza generalmente di 5 micron; la membrana trattiene la sabbia, i sedimenti e il particolato in genere.
2. Nel secondo stadio troviamo un filtro a membrana con dei fori della grandezza di 1 micron; trattiene ruggine, limo, gran parte dei batteri, delle spore e dei parassiti presenti nell’acqua.
3. Nel terzo stadio troviamo una cartuccia di carbone attivo del diametro di pochi micron. Oltre a fermare i contaminanti chimici e parte dei metalli pesanti, rende l'acqua più limpida; inoltre ha una importanza fondamentale nel trattenere il cloro attivo che ridurrebbe molto velocemente l'integrità della membrana osmotica.
Le cartucce hanno una durata in litri prodotti e in mesi; quindi, a prescindere i litri prodotti, andrebbero cambiate ogni tot mesi.
Alcuni utenti producono pochi litri all'anno; in questo caso sostituire la membrana costerebbe meno che cambiare le cartucce (quasi inutilizzate) a causa dell'obsolescenza.
Noi consigliamo comunque di cambiare le cartucce; alcuni (con un'acqua di rete non particolarmente «ricca») hanno deciso di soprassedere e non hanno rilevato problemi.
A questo punto la scelta (e la responsabilità) sta all'acquariofilo.
4. Nell'ultimo stadio troviamo il cuore dell’impianto. Si tratta di una membrana di osmosi inversa (perché lavora contro gradiente di pressione) semipermeabile, che blocca il passaggio del 95% delle sostanze. Permette solo il passaggio dell’acqua priva di tutto, tranne qualche ione piccolissimo che riesce a infilarsi nelle sue maglie di circa 10 nanometri.




Il terzo stadio (carbone attivo) deve essere il primo stadio. La sequenza giusta è quindi: 3-1-2-4. La spiegazione è semplice: i residui del carbone attivo renderanno la membrana osmotica inutilizzabile. Se proprio vogliamo poi essere pignoli ci sarebbe un 5° stadio composto da una lampada UV. Questa lampada renderebbe innocui i batteri che si formano nel vessel e che poi verranno in parte rilasciati nel prodotto finale. I batteri si formano sempre quando l'impianto non è utilizzato continuamente e vi è quindi stagnazione di acqua.