Quando ho un po' di tempo vorrei tornare sul tema per fare un po' di chiarezza. Purtroppo nell'urgenza del rispondere al topic e nella mia ancora poca conoscenza dell'argomento rispetto a oggi potrei essermi lasciato prendere la mano e aver dato un'interpretazione un po'
biased (ma come caspio si traduce
bias in Italiano?) della cosa. Penso di aver scritto qualche corbelleria.
Ho parlato
impulsivamente di ADHD*, che, con questa sigla, è un disturbo del neurosviluppo e come tale c'è bisogno di un certo tipo di diagnosi. Quello che avrei dovuto dire è che indubbiamente ne presento i tratti, in una certa misura; e questo è stato validato da professionista, che però mi ritiene sano, in quanto non avrei compromissioni significative da rientrare nel patologico. Questo considerando tali caratteristiche su uno spettro, dove oltre a una certa soglia si parla di disturbo, sotto si rientra più nel concetto di "neuroatipicità". Per cui, faccio meglio a dire di essere neuroatipico, o neurodivergente, ora come ora, sapendo di avere molto probabilmente alcuni tratti genetici in comune con chi manifesta il disturbo anche in forma piuttosto invalidante.
La carenza del neurotrasmettitore norepinefrina (forse l'avete conosciuto come noradrenalina), ottenuto a partire dalla dopamina, è infatti responsabile di una costante ricerca di cose nuove e stimolanti, sensazioni forti, e se da una parte può dare i suoi vantaggi**, dall'altra può portare a comportamenti adrenalinici sconsiderati e dipendenza da sostanze.
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*Attention Deficit - Hyperactivity Disorder, in Italiano DDAI o Disturbo da Deficit d'Attenzione con Iperattività, nome un po' infelice visto che l'attenzione non è deficiente ma solo distribuita in un certo modo, l'iperattività non sempre è evidente e altri segni distintivi sono la ricerca di novità e difficoltà a regolare impulsi ed emozioni
**L'ADHD è sovrarappresentato negli atleti d'elite rispetto alla popolazione generale. Alcuni grandi artisti e scienziati sembrano averne i tratti, ma questo è cherry picking e non ci sono studi che ne mostrino l'incidenza in queste categorie. Uno studio recente mostra come la presenza di una fonte di motivazione esterna come la competizione permette una performance migliore sotto certi aspetti, per quanto riguarda la creatività) rispetto a un controllo "neurotipico". Studi precedenti erano fallaci proprio perché ignoravano questa importante componente.
Plusdotazione o
giftedness o alto potenziale cognitivo. Non è solo il numeretto che compare col test del QI, che può essere un indicatore, in effetti mi pare un concetto un po' nebuloso e su cui si deve ancora fare un po' di chiarezza. Si tratta di una condizione un po' particolare, non un disturbo di quelli elencati nel DSM-5, per quanto condivida dei tratti sia con l'ADHD sia con lo spettro autistico (altro termine-ombrello), passando per l'alta sensibilità. Probabilmente perché sono coinvolti gli stessi neurotrasmettitori e c'è uno sviluppo simile di alcune aree, e quindi è un miscuglio di varie condizioni, IMHO. Di conseguenza pone tutta una serie di necessità particolari. Dev'essere questa condizione che ha alimentato il mito "autismo = genio".
Quando ho un po' di tempo
e intanto ho scritto un papiro subito dopo.