Se andiamo a vedere le condizioni presenti nei luogo di origine di questi pesci possiamo certamente farci un'idea sui valori presenti, pH, durezze e temperature in particolare.
Detto questo, aggiungo un piccola curiosità alle giuste considerazioni lette nel topic.
Ad oggi, l'adattabilità di questo pesce è sfruttata in circa 50 nazioni come forma di lotta biologica e pertanto inserito dall'uomo nei più svariati contesti acquatici, per esempio laddove si cerca di limitare il proliferare delle larve di alcune specie di insetti, zanzare in particolare, vettori di malattie anche molto gravi, pensiamo alla malaria, la febbre gialla o la dengue.
Ricordo inoltre di aver sentito che sono stati introdotti anche all'interno dei bacini di raffreddamento di alcune centrali nucleari, anche qui in Europa, probabilmente per lo stesso motivo.
Premesso che noi siamo acquariofioli e non scienziati, e che i pesci vanno tenuti tutti, indifferentemente, nel miglior modo possibile, personalmente credo che l'estrema adattabilità dei guppy vada ricercata principalmente nel loro processo riproduttivo, che gli permette nel tempo di "naturalizzare" sempre di più, ed in modo estremamente rapido, le nuove generazioni alle condizioni presenti nell'ambiente in cui vivono.
Per quella che è la mia esperienza con questi pesci posso dire che li ho tenuti, non sempre volutamente ma anche e soprattutto per via della "neofitezza" con la quale ho condotto a lungo i miei acquari, con i valori più disparati, pH 6.6/8.2, durezze da minime a sconosciute, conducibilità da 400 a salire verso l'ignoto, ma si sono sempre riprodotti, ed è stato l'unico pesce che ho acquistato una sola volta, ma ... come un diamante ... per sempre
