...si, diciamo 4 celle per circa 250W...ma risparmi acqua che non evapora in maniera elevata come con le ventole, non increspi la superficie dell'acquario con tutte le conseguenze del caso e .... non senti rumori di notte
Ciao
...si, diciamo 4 celle per circa 250W...ma risparmi acqua che non evapora in maniera elevata come con le ventole, non increspi la superficie dell'acquario con tutte le conseguenze del caso e .... non senti rumori di notte
Credo di aver capito. Aspettatevi una nevicata improvvisaGiggino ha scritto: ↑25/08/2020, 16:27Per quanto riguarda poi la faccenda dei 32 °C in vasca di cui parli, evidentemente non hanno utilizzato un controllore di temperatura, poiché se veniva utilizzato e settato per esempio a 27°C, non appena superato tale limite sarebbe andato in funzione il sistema di refrigerazione. L'unico limite che vedo nel sistema è ovviamente il volume dell'acquario da refrigerare che è legato alla potenza installata con le Peltier. Il tempo poi farà il resto: se lo tieni acceso per 1, 2,...4 ore, la temperatura scenderà...ma questo non deve essere il target. Il controllore di temperatura che comanda i'accensione e lo spegnimento del sistema (con la opportuna isteresi) si occuperà di gestire il tempo di accensione. Per volumi elevati, la temperatura potrebbe non arrivare mai al setpoint, per cui rimane acceso sempre: in questo caso ovviamente un sistema come il mio non potrebbe funzionare, poichè come ho detto prima non prevede (per ora) un sistema di raffreddamento del liquido refrigerante.
Spero di essere stato esaustivo.
ok, monto le termiche sulla macchina
Si, ma io sono del parere che il delta non é mai vero: 75 gradi di differenza non si avranno maiSteinoff ha scritto: ↑26/08/2020, 12:22Credo di aver capito. Aspettatevi una nevicata improvvisa
Sostanzialmente, lui raffredda secondo un delta tra lato caldo e lato freddo di 75°C (quantomeno teorici, ma anche 60°c me vanno bene). Se il lato caldo arriva a 100°C, lui a meno di 25 non puo' andare.
acquariologia-generale-f17/alluminio-qu ... 40456.htmlGiggino ha scritto: ↑04/09/2020, 10:16lo uso da un mese, quindi non è molto. Si, l'acqua passa nel waterblock di alluminio. Non ci sono reazioni nei pesci, e non penso ce ne possono essere e ti spiego perché. L'acqua passa nel refrigeratore per un massimo di due ore nell'arco delle 24 ore, solo per un mese, periodo di maggiore caldo a Roma. Il flusso è tale da non portare in soluzione quantitativi di alluminio tali da essere letali per i pesci. Comunque ho fatto ricerche in letteratura per essere sicuro e non ho trovato nulla. Comunque credo che le macchine in commercio non è che utilizzano acciaio inox!
Infine ti dico che ci sono molte cose più letali che inseriamo nell'acquario, in primis le nostre mani, ricche di batteri che non sono salutari per i pesci, oppure l'acqua osmotica che compro nel negozio di acquariologia, e che invece di avere un EC basso, ha oltre 350 µS/cm, cioè come l'acqua di rubinetto, e che ne so cosa c'è dentro, con le membrane così sporche? Stai tranquillo, l'alluminio è il meno.
Ciao
da H. Malte, Effects of aluminium in hard, acid water on metabolic rate,Acid water containing aluminium has been known for several years to be highly
toxic to fish. Accordingly, it is probable that most of the fish kills in southern
Norway are a consequence of the aluminium released from the ground by the acid
precipitation rather than an effect of acid itself (Muniz & Leivestad, 1980a, b).
Aluminium is most toxic at a pH around 5 (Muniz & Leivestad, 1980a, b) which
is known to be easily tolerated by brown trout (Muniz & Leivestad, 1980a, b) and
rainbow trout (Graham & Wood, 1981). Aluminium toxicity has been considered
to be due to ion-regulatory collapse, as judged from a rapid loss of plasma sodium
and chloride before death of the fish (Muniz & Leivestad, 1980b). However, signs
of respiratory stress, such as elevation of ventilation frequency, increased standard
oxygen uptake rate and lowered venous oxygen tension, have been observed in
non-cannulated specimens (Muniz & Leivestad, 1980a; Rosseland, 1980). Ion loss
invariably occurs at acutely toxic pH values, and seems to be the primary cause of
death, except at extremely low pH values (< 3.5) where respiratory stress plays an
important role (Packer & Dunson, 1972; Wood & McDonald, 1982; McDonald &
Wood, 1981). The concentration of calcium in the water has a profound effect
upon the survival in, and the physiological response to, acid water. High calcium
concentrations improve survival (Graham & Wood, 1981), diminish the ionregulatory disturbance, and compound the acid-base disturbance (McDonald et
al., 1980). These changes are a result of the effect of Ca+ + on ion permeability and
active transport in the gill membranes (McWilliams, 1982; McDonald, 1983;
McDonald et al., 1983).
Previous experiments on the effects of aluminium in acid water have been
performed in ' soft water ' with very low calcium levels (0-0141 mmol 1- '), and
have indicated that increased calcium concentrations improve survival and slow
down ion loss (Brown, 1983; Muniz & Leivestad, 1980b). This study was undertaken in order to extend the narrow range of calcium concentrations so far used in
acid-aluminium studies to levels at which calcium exerts its maximal influence on
aluminium toxicity and mode of toxic action. At these calcium concentrations
acidification is unlikely to occur in nature, since accompanying increases in
bicarbonate and carbonate concentrations will increase the buffering capacity of
the water.
Io ho i Ramirezi...
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