Allora... vediamo se ho capito...
- Il Vescovo ci parla di Dio, che libera gli schiavi dall'Egitto perché "è misericordioso".
Quando gli fai notare che quel dio ordinava massacri, stupri di massa, infanticidi ed altre cosucce "simpatiche" scritte nella Bibbia, comincia a storcere il naso, poi ti risponde che "quelle parti vanno interpretate" e che rientrano nel "mistero di Dio".
- Zahi Hawass & friend ci danno valori sul carbonio 14, che oscillano fra 3800 e 5000 anni fa, comprendendoci la data che piace tanto agli egittologi ortodossi: il 2650 a.C. "Ora siamo sicuri, abbiamo dati inoppugnabili".
Se poi qualcuno fa notare che quei risultati sono impossibili, che creano interrogativi inspiegabili, cominciano i distinguo e le arrampicate...
"Va be', dài... il carbonio 14 non è una prova certa... serve solo per conferma, va interpretata..."
Interessante somiglianza di comportamento.
Se qualcuno è ancora interessato a riflessioni serie, che PRIMA cerchino gli indizi e DOPO traggano conclusioni, non viceversa, vi mostro la semplice spiegazione "alla Occam" (su gentile richiesta di Artic).
Non mi inventerò errori di misura, outlier, alberi vecchi, variabilità o interpretazioni varie.
Quando quei pietroni di rivestimento hanno cominciato a staccarsi, intorno a 5000 anni fa, gli Egizi dell'epoca sono intervenuti per riparare il monumento. Se è una meraviglia per noi, figuriamoci per loro.
Non avendo le capacità per un ripristino corretto, conforme all'originale, hanno usato quella calce che conoscevano per "metterci una pezza", diciamo così.
Nei secoli successivi, ogni volta che una parte franava, andavano lì ed intervenivano di nuovo.
Pertanto, oggi abbiamo tracce di varie riparazioni, in un arco temporale di oltre mille anni, tra cui c'è
anche l'epoca di Cheope.
Ma il fatto che la piramide stesse già franando, a quel tempo, la dice lunga su quanti millenni avesse già.