Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
Ma va mica fatto apposta,già tanto che sto a citare.
Bene, tutto chiarito allora.
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
Bene esattamente, le pozze sono altra roba ,ma come dicevo ,i reofili sono altra cosa ancora
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
Il discorso è questo, se utilizzo termini come reofili devo farlo con cognizione di causa, altrimenti passiamo per coglioni con il resto del mondo
Ok, allora forse il mio unico errore è stato l'uso della parola reofili, magari non è corretta usarla per descrivere quelle specie di Corydoras che popolano acque correnti. Ad inizio discussione, quando ho risposto all'utente che aveva aperto questo topic, non avevo neanche usato tale parola, dicendo semplicemente che alcune specie gradiscono la corrente. Poi effettivamente più avanti nella discussione ho usato tale termine, ma non immaginavo non fosse corretto. Volevo anche un po' semplificare, già mi dilungo parecchio nelle risposte

Per il resto rimango convinto di ciò che ho scritto, video e i vari reportage di naturalisti come Shane Linder e Ian Fuller lo dimostrano.
Diciamo allora invece che reofilo, sarebbe più corretto dire che alcune specie, gradiscono una certa corrente, in quanto nel loro habitat naturale essa è indubbiamente presente e a volte anche decisamente intensa(vedi video). Ciò varia a seconda delle specie e dei biotopi che popolano.
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
Poi possiamo fare tutte le elucubrazioni mentali che vuoi ma con attenzione ,consapevolezza e responsabilità.
Io sto cercando di affrontare un argomento che viene a torto ignorato da quasi tutti coloro che si apprestano ad ospitare i Corydoras, perché il messaggio che passa è che tutti i Corydoras in natura vivano nelle condizioni degli aeneus e condividono i medesimi biotopi di acque nere e stagnanti con neon, discus,
P. scalare e compagnia bella. Tu forse sai che non è così e sono solo alcune specie a condividere tale biotopo, ma credimi che la maggior parte degli utenti non ne ha idea. Sinceramente sto cercando di farlo al meglio, dopo essermi documentato, poi ovviamente non essendo un ricercatore, lo faccio in modo amatoriale e qualche inesattezza tecnica può anche scapparmi, ma a questo appunto servono le discussioni, così posso essere corretto. Dopo ovvio che sarebbe meglio intervenisse direttamente Shane Linder come fa su planetcatfish, se vi confrontereste voi due, la discussione avrebbe ben altro spessore, ma tocca accontentarci
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
I Corydoras non sono classificati come reofili, non è necessario allegarli in una vasca fiume è la sabbia si può baipassare ,salvo fornendo un fondo non tagliente.
sul reofilo mi sono già corretto, però io ripeto che non ho detto che serve una vasca fiume, ho anzi scritto chiaramente che - e qui mi cito -
per quanto la corrente sia molto gradita, non è necessario spingere.
Quindi aldilà dell'aver utilizzato in maniera impropria il termine reofili, non mi sembra che abbia spinto gli utenti a creare un fiume acquario per i Corydoras, ma di sensibilizzarli all'argomento, fornendo loro nuove informazioni.
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
Detto ciò impariamo da madre natura ,ma non ho il sistema pluviale andino in casa ma 5 vetri con un pò d'acqua
Ma appunto, estremizzare o copiare totalmente la natura in 5 vetri è impossibile e spesso anche dannoso. Però si può prendere spunto, come si fa quando si ricrea una vasca ispirato alle acque nere, anche li non è che acidità e tannini sono come in natura. Ad esempio, una persona che vuole allestire una vasca con dei Corydoras proveniente da torrenti andini consiglierei un allestimento con sabbia e ciottoli di varie misure, una pompetta di movimento per tenere mossa la superficie ed anche (ma qui è molto opinabile) una pietra porosa, in modo da garantire sempre l'ossigeno a saturazione anche durante la stagione più calda. Tale layout è gradevole alla vista, rispecchierebbe abbastanza bene il loro luogo di provenienza, senza risultare estremo.
Così avevo consigliato all'utente(senza neanche l'areatore visto che ancora non aveva scelto la specie) e non mi sembra che questo corrisponda alla descrizione di un fiume acquario.
Giueli ha scritto: ↑13/05/2025, 16:26
L'organo accessorio per la respirazione atmosferica serve a far fronte a periodi di ipossia derivanti non dallo stanare dell'acqua ma da un aumento delle temperature,
giusta ed interessante precisazione.
Clacla ha scritto: ↑13/05/2025, 19:05
posso umilmente confermare: i miei cory fanno su e giù a "sputarmi in faccia" in superficie molto ma molto di più in estate quando l'acquario raggiunge i 28-29 gradi.
Il resto dell'anno lo fanno molto più di rado.
Nella mia vasca non ho notato questa cosa, non saprei come mai, magari perché ho 12.000 l/h e due areatori su 120 cm che tengono sempre l'ossigeno a saturazione, però qui entriamo in un campo che proprio non mi compete e non voglio supporre o scrivere cose errate, quindi passo.
Clacla ha scritto: ↑13/05/2025, 19:05
Anche di questo sono personalmente testimone. Appiccicano da morire e quando cerchi di staccarle dal vetro o dalle foglie, ti rimangono attaccate alle dita più dell'attack
e credimi che ci sono specie che fanno le uova molto più appiccicose degli aeneus e sterbai
